martedì 12 maggio 2015

Ti troverò ai confini del cuore - Capitolo 4



Il ricordo della vecchia Emma era ancora nitido nella sua testa quando l’aereo atterrò sulla pista dell’aereoporto di Praga. Non riusciva a dimenticarla nonostante fosse ormai passata quasi una settimana dal loro incontro. I suoi occhi. La sua dolcezza. Il suo amore. La Signora dei Sogni, la notte seguente gli era apparsa dopo che lui s’era addormentato sul divano scolandosi una bottiglia di Scottish Whisky, e strimpellando alla chitarra la melodia di una vecchia canzone dei Beatles. Una di quelle che ti metti a suonare quando non vuoi sentire il dolore che hai dentro e farlo intonare alla corde della tua chitarra ti dà la sensazione che sia qualcosa che viva fuori di te e non qualcosa che ti nasca da dentro. Ubriacarsi, funzionava! Gli aveva di nuovo portato lei in sogno. Forse invocarla era più facile di quanto lui stesso credesse. 

Quella notte, la donna col cane gli era apparsa in un sogno dove tutto riportava all’Edimburgo del ‘600. Era vestita con abiti dell’epoca, succinti. Aveva una borsa di pezza a tracolla e un vecchio libro fra le mani, ingiallito dal tempo e rovinato in modo evidente.  La sua cagnolina la seguiva passo passo, allegra e scodinzolante come sempre. Strano cane, quello. Non abbaiava mai e mai smetteva di muovere la coda. Insieme lo avevano accompagnato su una rupe , sembrava Arthur’s seat. E proprio lì, in un punto impervio e angusto, la donna finalmente gli aveva parlato. Con calma e pacatezza. Gli aveva appoggiato una mano sulla spalla e gli si era rivolta con tanta dolcezza “Allora, ragazzo! Com’è stato rivedere Emma?”.
Alex sorpreso le rispose “ Ma io non la conoscevo. Non l’avevo mai vista prima. Perché mi dice “rivedere”? . La donna gli sorrise “Ma figliuolo. Ragiona su quello che hai provato quando l’hai avuta di fronte a te. Quando i vostri occhi si sono incrociati. Quello che hai sentito non ti dice nulla?” Alex era consapevole del fatto che la donna aveva ragione. Ma prima che svanisse nel nulla aveva bisogno di altri chiarimenti.
“Signora. La prego, mi parli. Cosa mi sta succedendo? Io le ho dato retta e sono partito per questo viaggio assurdo, senza nemmeno sapere il perché e dove sono diretto. Lei deve darmi qualche spiegazione. Chi è Emma? “ .

La donna sorrise. Fece un passo in avanti. E dandogli le spalle, riprese. “Ogni risposta a suo tempo. Se ti dicessi tutto ora e tutto insieme il tuo viaggio non avrebbe più senso. Te ne torneresti a casa e continueresti a vivere nell’oblio. Lo stesso oblio che ti impedisce di realizzare il tuo sogno d’amore! E questo quello che vuoi? Non credo. Perché altrimenti non saresti nemmeno partito. Cos’hai provato parlando con la vecchia Emma? Cosa hai sentito?”. Alex alzò gli occhi al cielo. Si perse nella sua immensità. Nelle sue mille sfumature colorate.
“ Ecco! Mi sembrava di conoscerla. Avevo la sensazione di essere già stato con lei. E’ stranissimo. Mi rendevo conto di avere davanti una perfetta sconosciuta. Ma i suoi occhi.. beh.. E’ come dice lei. Io da qualche parte li avevo già visti. E poi.. non so come spiegarlo.. sentivo di volerle bene. Di volere solo che fosse felice. E nient’altro. E poi, alla fine, quando sono venuti a prenderla e ci siamo salutati.. non avrei mai voluto lasciarla andare via. Anche se sono rimasto lì come un perfetto idiota senza muovere un passo e pronunciare una parola. Ed ora mi sento triste all’idea di non rivederla più.”

La donna sorrise “Benissimo, ragazzo! Lo vedi? Ti stai già riappropriando di qualcosa che ti appartiene, anche se non te ne rendi ancora conto!”
“Ma di cosa, signora?” le urlò il giovane “ Io non ci capisco niente. Chi è Emma in realtà? Quando l’ho incontrata? E chi è Charles? Perché fingere di essere lui mi veniva così bene, quasi lo fossi davvero? Mi dica chi sono queste persone? Cosa c’entro io con loro?”   
“Lo vedi questo?” Gli indicò il vecchio libro ingiallito che aveva fra le mani. “Qui dentro c’è scritto tutto. Ci sono tutte le risposte alle tue domande. C’è una storia lunghissima che contiene tutti i perché del tuo difficile amare. Ci sei tu. C’è la tua Nicole. Ci sono tanti volti e mille occhi. C’è il vostro passato. Ma alla fine, proprio in fondo, ci sono delle pagine bianche. E vuote. Quello è il vostro futuro. E lo dovete scrivere voi. Ma per farlo insieme, ti devi appropriare di quello che è stato, e altrove è scritto che tu debba farlo gradatamente, a piccoli passi, altrimenti non riuscirai ad ottenere nulla.” La tentazione di Alex di strapparle il libro dalle mani era violenta come il vento gelido che viene da nord e che nella realtà soffiava sempre forte soprattutto su quelle montagne. Ma riuscì a trattenersi capendo che fidarsi di quella donna, non era più soltanto un bisogno, ma era diventata oramai un’ineluttabile necessità. “Se vuoi, io te lo posso lasciare. Puoi decidere di aprirlo e leggere quanto contiene, oppure no. Ma sappi che se lo farai non ci sarà più alcun viaggio da compiere e nemmeno una Nicole da conquistare. Scegli tu! Decidi se andare avanti e scoprire tutto piano piano, dandoti una possibilità. Oppure se fermarti qui e lasciare quelle pagine vuote per sempre!”.

Alex fece un passo indietro, mettendosi le mani nelle tasche dei jeans e abbassando la testa. Come arrendendosi. La donna gli sorrise mentre la piccola cagnolina correva avanti e indietro, disegnando curve e cerchi immaginari intorno ad entrambi.
“Devi avere pazienza, ragazzo! Devi imparare a dare tempo al tempo. La fretta non è mai una buona compagna quando devi affrontare un viaggio fatto di scelte e di decisioni. Quando sei di fronte a un bivio, di solito, indica sempre le direzione sbagliata. Io ti consiglio di proseguire il tuo cammino, con calma. Di riflettere sulle sensazioni che avvertirai ogniqualvolta incontrerai persone che ti colpiranno con il loro sguardo. Di chiudere gli occhi. Di respirare profondamente. Pian piano tutto si farà più chiaro. E ricorderai. Ricorderai ogni cosa. Non dimenticare che nella vita non sempre tutto è come sembra. E a volte proprio negli occhi di una persona sconosciuta si può trovare un’anima che in realtà conosciamo da sempre. Pensaci, ragazzo. Pensaci!”.
Congedandosi, la donna gli disse che la sua prossima destinazione sarebbe stata Praga. E che lì avrebbe potuto riappropriarsi di un altro pezzo della sua storia.
“Signora, mi perdoni. Ma se non mi è chiaro il senso dell’incontro con Emma, come posso essere pronto per fare già quello successivo? Mi dia una mano a capire. Non mi lasci così.”
Ma proprio in quel momento il sogno svanì, trascinando nella sua dissolvenza la Signora dei Sogni, il libro, la cagnolina e quelle montagne. Si risvegliò confuso, con le tempie pulsanti e sempre più consapevole che oramai era troppo tardi per tornare indietro. Ma una frase gli rimbombava nella testa come un martello pneumatico. “Negli occhi di una persona sconosciuta si può trovare un’anima che in realtà conosciamo da sempre!” e cominciò ad avere la percezione che la chiave di tutto fosse proprio in quelle parole. 

Faceva freddo quella mattina a Praga. Il vento soffiava gelido e pungente come la nostalgia che ti entra dentro l’anima e ti graffia il cuore con la sua lama affilata.  Mentre si dirigeva in albergo per lasciare il bagaglio, percorrendo il viale alberato che fiancheggiava la Moldova, di tanto in tanto osservava il cielo che sovrastava la città e pensava a Nicole, che sovrastava il suo cuore.

Ripensò di nuovo ai loro quindici anni. A quanto l’amore ai quei tempi fosse più semplice di quel momento in cui tutto s’era fatto quasi impossibile. Perché forse in quel preciso istante al suo fianco c’era già lui, il padre del suo bambino, eventualità che al loro amore avrebbe dato l’ultimo decisivo colpo di grazia. Ma tornare indietro con la memoria, frugare tra i ricordi di qualche anno prima, gli dava sollievo e gli faceva credere che in qualche modo rovistando tra tutti quei momenti condivisi, avrebbe potuto trovare ancora qualche piccolo spiraglio di speranza. Ricordò quel giorno al mare, nei pressi del porto. Sarà stato giugno o forse luglio. No, probabilmente era maggio, perché l’acqua era ancora fredda anche se il sole di tanto in tanto cominciava già a picchiare deciso. Ma quel giorno tirava il vento, e loro, stesi sull’asciugamano di Snoopy a due piazze, giocavano a contare tutti i cavalloni che si formavano nel mare, dandogli un nome prima che raggiungessero la riva, scomparendo nella sabbia.  E mentre lei si ostinava a inventare i nomi più improbabili, lui si perdeva fra i suoi capelli cercando di contare tutte le onde che attraversavano scomposte la sua testa. Distogliendo lo sguardo quando lei lo cercava col suo. Quanti capelli aveva Nicole! Lei li odiava. E soprattutto odiava perdere ore e ore davanti allo specchio per poterli sistemare e dare un senso a quel persistente ondeggiare caotico. Perché non andavano mai come diceva lei. Ma lui li amava tutti. Dal primo all’ultimo. Ed era sorprendente rendersi conto di quanto l’amore fosse fatto anche di queste piccole magiche assurdità.
“Quando li avrò contati tutti, sarai finalmente mia!”.

Sembrava lontano ieri. Lontani quei giorni e quei tramonti che guardavano insieme con lei che cercava di afferrare ogni riflesso e lui che cercava di afferrare lei e ogni suo pensiero sperando che almeno uno si fermasse accanto a lui. Mentre con la testa volava verso chissà quale orizzonte. Ma volare non è roba da umani. Volare è per gli altri. Volare è per chi ha le ali. E le ali sono degli angeli. Quelli che nascono per vivere tenendo la tua mano. Quelli che si travestono da umani e cercano di fare i super eroi per riscaldarti quando senti freddo e rassicurarti quando hai paura del buio e della notte. E che come super potere usano solo quell’amore assoluto  che non ha un inizio e di sicuro non avrà mai una fine. Quelli che spesso non li riconosci perché vivono in trasparenza e per vederli dovresti guardarli con occhi diversi, quelli che in genere non usi mai. Gli occhi del cuore. 
Quando pensava a lei, anche Alex si sentiva una specie di angelo. Uno che ad un certo punto era sceso da chissà quale cielo soltanto per camminarle di fianco. In silenzio. E che da lì non si sarebbe dovuto spostare mai. Poi la vita, come spesso accade, gli aveva spiegato che la realtà era ben diversa da come a lui piaceva disegnarla. E con la morte nell’anima, ne aveva preso atto. Posò le ali ai piedi di un sogno che non poteva sognare e si raggomitolò là, nell’angolo del suo cuore. Amò da lontano. Da dietro una nuvola. Amò all’ombra di un silenzio. Con la sola forza di quel sentimento che gli suggerì per quanto restare e gli indicò quale fosse il momento di andare. Così un giorno si rimise le ali e con quell’amore stretto fra le mani, volò via, prima che arrivasse la notte, senza fare rumore, capendo che proteggere sarebbe stato più importante di amare e che rinunciando a quel sogno forse avrebbe dimostrato di amare di più.
L’arrivo della Signora dei Sogni aveva ribaltato ogni cosa e rimesso tutto in discussione.
E per Nicole un nuovo messaggio direttamente dall'anima. Un sms che non avrebbe inviato mai,
"Ti penso e il cuore batte più forte. Ti amo e tutto si ferma."
E lui si fermò là, in quello spicchio di cielo dove ogni sguardo si perdeva in tramonti senza parole, aspettando che il vento risvegliasse il sole, e gli restituisse così, emozioni e amore.

(...continua...)

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